"Le Statue del Duomo di Milano"

"...mi ero incuriosito nel constatare che fra l’infinità di turisti giunti alla visita del Duomo, che fotografavano di tutto, pochi si soffermavano sulle statue che abbelliscono l’architettura del Duomo.
Mi venne così spontaneo, per mio interesse pittorico, ritrarre quelle che mi suggeriva la plasticità del monumento.
Era il 2007 e la facciata del Duomo era ricoperta dall’impalcatura per lavori per cui la mia iniziativa è stata possibile completarla solo qualche anno dopo.
E’ un lavoro eseguito di getto, su carta da imballaggio. Successivamente, ho fatto delle ricerche per identificare su precise indicazioni storiografiche ogni singolo soggetto scultoreo."


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"In questo confronto del pittore Michele Giannattasio con la statuaria del Duomo per l’artista si aprono suggestive ipotesi di ricerca visiva e di configurazione stilistica.

In primo luogo la perenne dialettica, ma anche incontro, tra pittura e scultura, che si svolge e si affina tra epoche storiche culturali così lontane e diverse.

Giannattasio si pone da questo punto di vista anzitutto con la sua capacità di osservatore, acuto nell’avvertire nel profilarsi di statue, forme, oggetti l’idoneo percorso per una sua personale struttura stilistica che interpreta con la sua sensibilità interiore quel mondo che tanto lo affascina e lo stimola.

L’artista non stilizza, non cita, ma imprime alle sue interpretazioni pittoriche una energica verve espressionista che organicamente compenetra segno e colore, atmosfera e composizione.

Si avverte chiaramente come Giannattasio si senta intimamente ed emotivamente coinvolto da quella plastica che silenziosamente contempla riti e funzioni passaggi, sguardi attenti e meno attenti. Il suo linguaggio non dissacra o trasfigura ma interpella i personaggi scolpiti nella loro autentica realtà di storia e di natura.

In questo spazio tra cronaca e storia Giannattasio lascia la sua evocativa impronta nel colore di una pittura che, non toccata da convenzioni e misure, lascia trasparire tutta la forza della sua spirituale e liberante espressione.

Teodosio Martucci

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